Secondo una leggenda, le origini del Santuario, sono in realtà molto antiche e legate ad un evento miracoloso. Secondo Maria Goffredo Malaterra, nel 1064, i soldati normanni che assediavano Palermo, accampati nelle vicinanze della città, sopra un monte denominato Tarantino, ebbero grosse difficoltà perché assaliti da ragni velenosi. Tale contrattempo li costrinse a trasferirsi in un luogo più vicino a Palermo, che a quel tempo era sotto il dominio dei Saraceni che la governavano da due secoli. Secondo alcuni studiosi la truppa normanna fu colpita, tragicamente, da una epidemia di tifo anche se dalle cronache cittadine non si riscontra alcun contagio in quel periodo nella città di Palermo. In questa nefasta difficile circostanza i principi normanni rivolsero una preghiera alla Vergine affinché li aiutasse a superare le difficoltà del problema. Secondo la tradizione la Vergine apparve ai normanni e li esortò ad accendere del fuoco che servisse ad uccidere i pericolosi ragni. La soluzione suggerita dalla Santa Vergine ebbe esito positivo così come il risultato dell’assedio. Allorché l’8 gennaio 1072 Re Ruggero II, conte di Sicilia, entrò a Palermo, si ricordò del rimedio prodigioso accaduto per l’intercessione della Vergine e per ringraziamento volle edificare nello stesso luogo dove erano stati accesi i fuochi, una chiesetta chiamata “S. Maria dei Rimedi”. Le dimensioni della chiesetta sono sconosciuti. Si sa soltanto che nel 1610 questa chiesetta venne donata ai Carmelitani nella persona di padre Domenico di Gesù e Maria, chiamato dal viceré spagnolo Giovanni Fernandez Paceco e che egli l’anno successivo vi celebrò la prima messa. Nel 1844 la chiesa fu restaurata e chiusa poi nel 1866 con la soppressione degli ordini religiosi, e subì una spoliazione di altare, arredi e presbiteri marmorei. Fu solo grazie al cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, che riebbe l’edificio dal Ministero della Difesa, e il 15 ottobre 1949, festa di santa Teresa d’Ávila, la chiesa venne consacrata di nuovo.