“Signum Magnum” e “Marialis cultus”

La “Marialis Cultus” è il documento mariano più importante di Paolo VI e uno dei documenti più significativi del Magistero mariano dei Sommi Pontefici di tutti i tempi. L’intento del papa si dipana su due obiettivi: quello strutturale che riguarda la riforma liturgica e quello particolare sulla “regolamentazione” della pietà mariana. La riforma, afferma, sarà meglio compresa se si conoscono le sue motivazioni di fondo e verrà rettamente applicata; la devozione mariana, rettamente intesa, è da ritenersi un elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Il papa difende quindi la riforma, richiesta dal mutamento dei tempi e dal fedele ascolto della tradizione, nell’attenta considerazione dei progressi della teologia e delle scienze.

Lo stesso discorso vale per la pietà mariana che deve essere anch’essa rinnovata e ricondotta nell’alveo soprattutto liturgico. Il discorso del papa parte delineando il rapporto tra la sacra liturgia e il culto della Vergine, elencando delle direttive atte a favorire lo sviluppo di questo culto e riproponendo la recita del Rosario e dell’Angelus, nella linea dei suoi predecessori. Sia la “Signum Magnum” come la “Marialis Cultus” dimostrano con evidenza la dipendenza dall’insegnamento mariologico del Concilio Vaticano II. Il chiaro intento del papa, soprattutto con la “Marialis Cultus” fu quello di rilanciare la mariologia del Concilio notoriamente lenta a decollare e più precisamente in stato di sofferenza, dopo il Concilio.

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