La “Signum Magnum” appartiene all’immediato post-concilio essendo del 1967. In essa si riafferma la dottrina della maternità spirituale di Maria e il suo inscindibile nesso con i doveri degli uomini redenti verso di lei. Il papa volle pubblicarla in occasione del 50esimo anniversario delle apparizioni di Fatima, ma è chiaro che questo nasconde un’intenzione molto più profonda.
Il documento viene piuttosto collegato alla proclamazione di Maria “Madre della Chiesa” fatta dallo stesso Pontefice qualche anno prima. La “Signum Magnum” fu il modo di prendere occasione dal nuovo titolo per riordinare la devozione mariana e viene considerata come il più autorevole commento al testo della proclamazione stessa, commento che nel suo innegabile valore dottrinale giunge a ritenerla una verità che rientra nell’ambito della fede cattolica. La “Signum Magnum” si polarizza sulla chiarificazione del rapporto tra la devozione mariana, ora ricca del nuovo titolo, e il culto liturgico, considerato la struttura portante di quella vera e autentica.
Secondo il papa l’operazione da compiere non era, dunque, mortificare la devozione popolare per esaltare la pietà liturgica, ma piuttosto quella di ricondurre la devozione popolare alla pietà liturgica e in ogni caso di riconoscere che solo la pietà mariana compatibile con la pietà liturgica, è autenticamente cristiana.