L’esigenza di confessare Cristo, figlio di Dio fatto uomo, nella sua vera identità di uomo – Dio, ha portato all’affermazione della maternità divina e verginale come a segno di verità e garanzia di questo evento.
GESÙ È IL VOLTO UMANO DI DIO?
L’eretico Ario risponde che se lo fosse, si metterebbe in scacco la trascendenza di Dio stesso e il monoteismo biblico. Non ci possono essere in Dio due generazioni perché o Dio non sarebbe più Dio o ci sarebbero due dei. Il Verbo non ha assunto quindi una vera natura umana, ma la parvenza di essa. Maria non è quindi Theotokos, al massimo Cristotokos. Il Concilio di Nicea (325) afferma invece che sì, Gesù è il volto umano di Dio, figlio di Dio ma vero uomo, generato non creato e consustanziale al Padre.
Assumendo nella pienezza la natura umana egli è diventato il mediatore tra Dio e gli uomini. Se il Verbo non avesse assunto la natura umana completa, non avrebbe nemmeno potuto salvare completamente l’uomo. Il messaggio di Nicea viene ripreso dal Concilio di Costantinopoli (381): Con Gesù Dio ci ha dato il suo Figlio e non un nuovo Figlio: Gesù è Dio fatto uomo e non un uomo divenuto Dio. In queste affermazioni ritorna sempre più chiaramente il titolo di Theotokos per Maria recepito in quasi tutte le aree ecclesiali: non accettare Maria come Genitrice di Dio, significa che Gesù non è Dio, significa negare che il Verbo è diventato veramente uomo.
GESÙ È L’UMANIZZAZIONE DI DIO?
L’eresia di Nestorio risponde di no: la trascendenza di Dio e la completezza della divinità e dell’umanità postula in Cristo due esseri sussistenti, due ipostasi. Si deve parlare di inabitazione del Verbo e non di umanizzazione che rimane quindi apparente e questo, per salvaguardare la divinità di Verbo. Il Concilio di Efeso (431) afferma invece che esiste una sola ipostasi nella persona del Verbo, dove le due nature, divina e umana convivono nettamente distinte ma perfettamente unite nell’unica persona: Gesù è vero Dio e vero uomo: Il Verbo di Dio ha assunto la natura umana, è nato veramente secondo la carne da Maria per cui lei è la Theotokos. Questo titolo è la garanzia della verità e della realtà dell’incarnazione.
GESÙ È VERITÀ DI DIO E VERITÀ DELL’UOMO
Il Concilio di Calcedonia (451) confessa solennemente “un solo e medesimo Cristo Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto in due nature, senza mescolanza né trasformazione, senza divisione né separazione, senza che per l’unione la differenza delle nature sia tolta, salva anzi la proprietà di ciascuna natura e concorrendo ciascuna in un’unica persona e in una sola ipostasi”. Maria è chiamata “La Vergine, la Genitrice di Dio secondo l’umanità” dove la verginità e il titolo confermano la verità dell’Incarnazione. Maria è vista perciò come totalmente relativa a Cristo e alla verità che lo riguarda.
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