La Mariologia del III secolo – 1

Avendo compreso alla scuola dei Padri del II secolo che Maria non è il centro ma è centrale alla storia della Salvezza, i teologi del III secolo dilatano gli orizzonti ed esplicitano le potenzialità dottrinali delle intuizioni ereditate dai predecessori. I contenuti dottrinali della Mariologia patristica del III secolo, si possono così riassumere:

1 . Maria con la sua verginale maternità è la base storica e la garanzia che la salvezza è un fatto compiuto e perciò viene dalla Chiesa accolta nella propria professione di fede e continua ad esse oggetto di difesa e lucido approfondimento: a) Nella Traditio apostolica, documento liturgico romano del 215, c’è per due volte l’arcaica menzione della Vergine Madre di Cristo: nel rendimento di grazie della celebrazione eucaristica: “Ti ringraziamo, o Dio, per mezzo del tuo diletto Figlio Gesù Cristo […….] nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine” e nel rito del Battesimo che contiene il più antico simbolo apostolico: “Credi nel Figlio di Dio Gesù Cristo, che è nato per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine…”; b) Origene ci testimonia che il concepimento verginale è parte costitutiva del kerigma cristiano, il suo segno distintivo; c) Tertulliano afferma che la maternità di Maria è vera nel senso preciso che Cristo è veramente uomo ed è anche verginale dato che il nato è un Dio.

2. La persona di Maria è oggetto di forte e acuta attenzione sotto l’aspetto teologico: Oltre al concepimento verginale, gli autori, soprattutto dell’area alessandrina, evidenziano anche la divina maternità, il parto verginale, la perpetua verginità.

a) La divina maternità di Maria: Ippolito di Roma presenta Maria che porta in grembo il primogenito Figlio di Dio, divenuto primogenito uomo; Tertulliano afferma che in Cristo coesistono in modo non confuso due realtà, quella divina e quella umana; Origene chiama Gesù Dio – Uomo e Maria Madre di Dio; Alessandro di Alessandria è il primo che chiama Maria Theotokos;

b) Dignità unica della Vergine Madre di Cristo: la Didascalia degli apostoli, costituzione ecclesiastica del III secolo afferma che una donna non può battezzare perché se lo avesse potuto Gesù si sarebbe fatto battezzare da sua Madre; Metodio di Olimpo, pone Maria come anello di congiunzione tra il corteo delle vergini dell’AT che a partire da Abele fino al Battista testimoniano con il sangue la loro fedeltà a Dio e la Vergine Chiesa che va incontro festante al suo sposo Gesù;

c) La virginitas in partu: Clemente di Alessandria afferma che Maria partorì verginalmente e dopo il parto fu ritrovata vergine; Origene ha una posizione insicura come Tertulliano ma nel commento al salmo 22,10 afferma che è lo stesso Padre che estrae dal grembo di Lei il suo figlio fatto uomo;

d) La perenne verginità di Maria: Già nel III secolo era sorta la convinzione che Maria, dopo la concezione verginale del Figlio di Dio, non era venuta meno alla sua verginità: Ippolito sembra favorevole alla verginità perpetua; Clemente di Alessandria, associandosi al Protovangelo di Giacomo, ritiene figli di un primo matrimonio di Giuseppe i “fratelli di Gesù”;

Origene afferma che nella Bibbia non esistono testimonianze che autorizzino a sostenere che Maria dopo la nascita di Gesù avesse condotto vita matrimoniale. Egli si appella al senso dei fedeli ai quali ripugna anche solo pensare che il corpo della Vergine scelto per portare il Verbo, dopo la sua nascita si sia unito ad un uomo.

 

Verifica

Alcuni test come quello con il riquadro possono prevedere più risposte corrette

 

Test: La Mariologia del III secolo - 1

1 / 5

I teologi del III secolo:

2 / 5

Secondo gli insegnamenti dei Padri del III secolo:

3 / 5

La Traditio Apostolica:

4 / 5

Tertulliano e Clemente Alessandrino insegnano che:

5 / 5

Si può dire che nel III secolo vengono sostenute queste verità:

Your score is

The average score is 0%

0%