Il testo di Gal 4,4 è emblematico: vi è racchiuso il mistero di Maria, donna umile e semplice e nel contempo colei che primeggia tra i poveri del Signore ed è l’eccelsa figlia di Sion, la Kecharitoméne.
Gli studiosi sono molto attenti: il testo si riferisce solo indirettamente a Maria, ma poi finiscono con accenti entusiastici affermando di una preziosa testimonianza di Paolo, di mariologia in genere, di condensato e anticipo degli sviluppi dei vangeli dell’infanzia.
Dal punto di vista dogmatico – secondo il Söll – il testo di Paolo è mariologicamente il più significativo del N.T. Con Paolo infatti ha inizio l’aggancio della mariologia alla cristologia, proprio mediante l’attenzione della divina maternità di Maria e la prima intuizione del suo significato storico – salvifico. Il mistero della “Donna” è inserito totalmente in un disegno cristologico – trinitario – ecclesiale. La “Donna” è tutta al servizio dell’evento salvifico che impegna la Trinità; è coinvolta nella realtà della pienezza del tempo decisa, non dalla semplice maturazione della storia, ma dalla libera e sovrana decisione del Padre.
La missione del “nato da donna” non è conseguenza della pienezza del tempo, ma è proprio il suo ingresso nella storia che la realizza.
La comparsa di Cristo si basa sull’atto dell’invio e consiste nell’incarnazione. Il Figlio di Dio inviato dal Padre si inserisce nella storia tramite la donna.