E’ considerato l’ultimo grande Padre della Chiesa greca ed è uno dei più eminenti di tutta la Chiesa. La sua dottrina mariana può considerarsi una sintesi di tutto l’insegnamento dei secoli cristiani precedenti e l’anticipazione di quello che si svilupperà nei secoli del Medioevo. Della sua vita si conosce pochissimo. Sarebbe nato nel 650 a Damasco e avrebbe servito i Califfi Ommayyadi. Da adulto si sarebbe fatto monaco nel monastero di S. Saba a Gerusalemme, dove venne pure ordinato sacerdote. Fu insegnante, predicatore e scrittore. Morì verso il 750 quasi centenario.
OPERE
Giovanni scrisse moltissimo in tutte le branche del sapere teologico e trattò in molti scritti la dottrina mariana: a) Omelie: 1 Natività della Vergine; 3 Dormizione. b) Inni liturgici: 1 Canone sulla Dormizione; c) Trattato della fede ortodossa: nella terza parte esprimendo la retta dottrina della Chiesa, tratta i problemi della fede, dell’Unità e Trinità di Dio, la Creazione, l’Incarnazione e quindi della Madre di Dio, della Scrittura, del Culto e delle verità ultime.
La sua dottrina mariologica si può così riassumere:
MARIA IMMACOLATA NELLA SUA CONCEZIONE
Maria è una creatura sublime ricolma di ricchezze spirituali. Giovanni fa chiare allusioni al mistero della Concezione Immacolata di Maria, cosa che mai, fino allora, era stato fatto. La sua concezione e la nascita sono avvenuti sotto l’impulso della grazia e quindi sono eventi che hanno anche condizionato la funzione dei suoi genitori. Pur attingendo agli apocrifi nel racconto della nascita di Maria, Giovanni afferma che la sterilità di Anna deve essere intesa come condizione posta da Dio affinché la grazia potesse manifestarsi chiaramente. Questo vuol dire che anche il processo biologico del concepimento e della nascita di Maria ebbe uno sviluppo esente da colpa e perfetto. Piena di eccezionale purezza e santità Maria lo fu fin dall’inizio della sua vicenda terrena.
ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO
Nelle sue omelie Giovanni afferma chiaramente la verità dell’assunzione corporea di Maria al cielo. Anch’egli afferma la morte di Maria, come premessa e preludio della sua glorificazione. I motivi per cui il corpo della Vergine non poteva consumarsi in un sepolcro sono: a) Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, doveva dimorare con quel corpo nella casa di Dio; b) La Sposa che il Padre si era scelta, doveva entrare nelle stanze dei cieli; c) La Madre di Dio doveva partecipare dei beni del Figlio ed essere celebrata da tutta la Creazione come sua Madre.
MEDIAZIONE DI MARIA
Giovanni paragona Maria alla scala di Giacobbe e attribuisce a lei un grande potere di mediazione in riferimento alla nostra salvezza. Ella svolge un ruolo molto attivo nell’ottenere per noi i frutti dell’Incarnazione. Giovanni invita perciò i cristiani a rendersi disponibili all’azione mediatrice della Madre del Signore.
IL CULTO DI MARIA
Maria è grande e quindi deve essere amata, invocata e venerata perché intimamente connessa con il Dio fatto uomo. Pur non avendo espressamente parlato di preservazione dal peccato originale, Giovanni ammette l’intervento prodigioso di Dio già al momento del suo concepimento.
L’Assunzione di Maria fa parte del piano divino in cui ella a causa dell’intima relazione col Figlio, riceve la gloria eterna prima del tempo stabilito per gli altri uomini.
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