Tra le apparizioni mariane più conosciute e celebrate primeggiano senza dubbio quelle della Vergine di Guadalupe a Città del Messico. Nel dicembre del 1531, nel pieno della spietata dominazione spagnola che aveva distrutto la fiorente civiltà degli Aztechi e ridotto in schiavitù quel popolo, su un colle alle porte della città chiamato Tepeyac, Ella apparve ad un contadino indio di nome Juan Diego inviandolo dal vescovo Zumarraga per chiedere la costruzione di un tempio dove avrebbe ascoltato i pianti ed i lamenti ed asciugato le lacrime degli oppressi. Il vescovo incredulo chiese un segno. La mattina del 12 dicembre, nel pieno del gelido inverno, tra le aride pietre e i cardi della collina, la Vergine lasciò sbocciare profumatissime rose di Castiglia e, raccoltele lei stessa a mazzetti, le mandò come segno richiesto al vescovo di Città del Messico. Nel momento in cui il veggente apriva davanti a Zumarraga la sua tilma, così si chiamava il ruvido mantello di contadino in cui aveva sistemato i fiori, essi si spargevano per terra e l’immagine stessa di Maria, così come appariva sulla collina, rimaneva prodigiosamente impressa sulla ruvida trama del tessuto. Da allora quel manto prodigioso viene custodito nel grandioso santuario di Guadalupe, il più frequentato del mondo, che ogni anno raccoglie più di 20 milioni di pellegrini. Sono trascorsi quasi cinque secoli e la Morenita – così viene soprannominata per il suo colore bruno la Vergine di Guadalupe – fa discutere ancora fedeli e scienziati perché la sua tilma, il mantello dell’apparizione, non ha svelato tutti i misteri che nasconde. Il telo di Guadalupe è il più studiato del mondo insieme alla Sindone di Torino. Ecco in sintesi quello che gli scienziati hanno scoperto fino ad oggi:
1. La tilma è fatta con le fibre ancora grezze dell’agave messicana. Oltre a questo tipo di mantello i messicano usavano le stesse fibre per fabbricare ceste, stuoie e sombreri;
2. Il dipinto sembra realizzato con quattro tecniche diverse: mani e volto ad olio, tunica a tempera, manto ad acquarello, sfondo bianco ad affresco. Ma non è così perché: a) il volto e le mani sono realizzati senza alcuna preparazione di fondo e senza il necessario rivestimento di vernice. Se fossero realmente ad olio, mani e volto si sarebbero rovinati in brevissimo tempo, data la ruvidezza del tessuto; b) La tunica della Vergine presenta una lucentezza straordinaria difficilmente realizzabile con i colori a tempera In ogni caso la tempera non si potrebbe realizzare su un tessuto di tale ruvidezza; c) Il manto non può essere ad acquarello perché col tempo si sarebbe annerito, inoltre i suoi colori azzurro e rosa, sono composti di pigmenti attualmente sconosciuti; d) infine lo sfondo bianco non può essere un affresco perché questo si può solo realizzare su un fondo di calce ancora fresco e non sulla tela;
3. Le parti originali del dipinto non sono statiche ma riflettono le rifrangenze della luce e cambiano colore secondo l’angolo di osservazione. Questa tecnica esiste in natura nelle ali delle farfalle e dei coleotteri ma è impossibile riuscire a realizzarla pittoricamente. 4. Le pupille della Vergine, ingrandite migliaia di volte con le apparecchiature dell’astronave Wiching che fotografò la superficie di Marte, presentano riflessi di figure umane, hanno impressa anzi la scena della presentazione al vescovo dei fiori da parte del veggente. La cosa più straordinaria è che questi riflessi seguono perfettamente la legge ottica di Purkynje e Sanson che però fu scoperta qualche secolo più tardi!.
4. Secondo uno studio approfondito di Rojas le stelle del manto della Vergine hanno la stessa posizione degli astri sul cielo di Città del Messico nel solstizio d’inverno del 1531 che cadeva proprio all’alba del 12 dicembre, giorno in cui l’immagine rimase impressa sulla tilma del contadino.
La Vergine di Guadalupe è il centro di tutta la vita religiosa dell’America Latina, lo dimostrano le impressionanti masse di pellegrini che affollano giornalmente il santuario. Il messaggio di Guadalupe, oltre ad essere stato un messaggio di liberazione per il popolo messicano, ha anche una valenza universale. La Vergine ha mostrato qui il suo essere madre soprattutto dei figli più deboli, stanchi delusi, angustiati, perseguitati; di coloro, insomma, cui la vita ha tolto la speranza. E’ venuta a restituire a tutti coloro che soffrono, la speranza perduta: “Perché ti preoccupi? Non sono qui, io, tua madre?”.