Beata Vergine di Casaluce – Casaluce

Il Santuario di Santa Maria di Casaluce fu eretto nel 1360 nel castello omonimo, prima fortezza normanna in Italia ed in tutto il bacino del mediterraneo. Tale castello fu edificato nei primi dell’anno mille da Rainulfo Drengot per difendere dal principato di Capua la nascente contea di Aversa. Nel 1360 fu donato da Raimondo del Balzo, barone di Casaluce e comandante dell’esercito degli Angioini di Napoli, ai monaci Celestini. Questi monaci, trasformarono il castello in monastero e vi edificarono l’Abbazia-Santuario in stile gotico, abbellendola con cicli di pitture fiorentine, giudicate di pregevole manifatture, attribuite a diversi maestri di scuola fiorentina e del luogo tra i quali assume un rilievo non indifferente il maestro Niccolò di Tommaso sicuramente allievo e probabilmente figlio di Maso di Banco collaboratore diretto di Giotto. Il santuario custodisce l’icona bizantina del XI sec. di Santa Maria di Casaluce e due idrie che la storia associa alle giare utilizzate da Gesù Cristo per compiere il primo miracolo alle nozze di Cana di Galilea. Questi preziosi cimeli furono  portati in dono al re di Napoli dal viceré Sanseverino al ritorno dalla Terra Santa i quali furono a loro volta affidati da Carlo I d’Angiò al nipote San Ludovico da Tolosa. Dopo eventi che portarono via Ludovico d’Angiò da Napoli l’Icona con le idrie furono affidate a Raimondo del Balzo, barone di Casaluce con la promessa di costruire una chiesa in loro onore e di porvi a custodia i monaci celestini. Dopo un atto di donazione nel 1360, i monaci diventarono legittimi proprietari e l’Icona assunse il titolo di Casaluce come dimostrazione dell’ appartenenza al monastero di Casaluce. Da quel momento continuò il culto per la Vergine iniziato in precedenza nella città di Napoli per poi diffondersi rapidamente in tutto il regno dal suo santuario. Diversi sono stati i re, le regine e gli imperatori che l’hanno invocata e venerata a partire da Giovanna I d’Angiò a Carlo III di Borbone. Il 12 maggio 1772 il vescovo Borgia della diocesi di Aversa otteneva da Papa Clemente XIV un rescritto col quale la Vergine di Casaluce fu dichiarata Patrona Principale della diocesi di Aversa. Il Santuario di Casaluce è un autentico gioiello artistico e di spiritualità mariana-celestiniana che ha assunto un’importanza non indifferente nei secoli passati e che oggi ha bisogno di essere totalmente restaurato.