Beata Vergine di Barbana – Grado

Uno dei più antichi e celebrati santuari italiani sorge sull’isola di Barbana nella laguna di Grado, in provincia di Gorizia. Negli anni che vanno dall’inizio del V secolo alla fine del VI secolo d.C. l’Impero romano si sfascia sotto l’urto delle orde barbariche. Nel Veneto la gente si rifugia nelle lagune: principalmente a Grado e a Venezia, che diventano grandi città rifugio. Due trevisani detti Barbano e Tarilesso, rifugiati nelle isole di Grado, in seguito a visioni della Madonna che chiedeva l’erezione di un santuario a Lei dedicato, abbiano fatto pressione al Patriarca Elia di Aquileia perché si potesse erigere il tempio. Una grande burrasca, avvenuta nell’anno 582, fece trovare fra i rami di un albero una statua della Madonna, forse di provenienza istriana, qui trascinata dalle onde. Il Patriarca Elia allora fece costruire una chiesa sull’isola del ritrovamento. A lato fu costruito il convento, e ne fu eletto priore proprio Barbano, che diede così il suo nome all’isola. Il santuario visse i secoli successivi con vicende alterne: due volte fu lasciato decadere quasi fino alla demolizione; altrettante volte, con il ritorno nell’isola dei frati, assurse a nuova dignità. Nel 1237, per riconoscenza alla Madonna che aveva posto termine a un’epidemia di peste, venne istituito ogni mese di luglio un grande pellegrinaggio su barche e pescherecci partenti da Grado, che si perpetua fino ai nostri giorni. Il santuario venne ricostruito una prima volta dal Patriarca di Grado, Fortunato, attorno all’anno 800 dopo Cristo. Conobbe una crisi profonda, quando venne affidato come monastero secondario ai frati benedettini di Portogruaro da Papa Leone X. Alla fine del 1700 la Repubblica di Venezia, prossima anche alla sua storica resa a Napoleone, allontanò nuovamente i frati per restituire il convento e la chiesa al clero secolare. Decadde nuovamente il Santuario fino all’anno 1901, quando con il rientro definitivo dei frati cominciò una nuova era di restauri e abbellimenti. L’Isola della Madonna non ha comunque mai cessato di essere punto di riferimento per i marinai e tutta la gente dell’entroterra triveneto, coinvolgendo anche la popolazione austriaca e il popolo sloveno-istriano, che ben conoscono e frequentano il santuario. Grandi pellegrinaggi e visite quotidiane di persone provenienti da tutta Italia e dall’estero, fanno ammontare a molte migliaia l’anno le presenze di fedeli al Santuario e al convento. Luoghi che si rivelano adatti  per vivere periodi di silenzio e meditazione, necessari per placare gli affanni della vita moderna.