Pentone è un paesino poco distante dal capoluogo catanzarese, ai piedi della Sila piccola. In questa località, un tempo boscosissima, una contadinella, Maria Madia del “Casale di Pantona”, stava raccogliendo legna. All’improvviso dagli anfratti di una roccia, dove si era riparata per un acquazzone, vide una forte luce e i lineamenti di una bella signora che le diede un panno per asciugarsi dal sudore ed un pane per sfamarsi, dicendole “Qui è la mia dimora, qui deve rimanere la mia immagine”. Dapprima, fu dipinta un’icona a ricordo dell’accaduto e poi fu eretta la chiesa. Secondo altre fonti, un’icona raffigurante la Vergine col Bambino, sarebbe stata trovata nel luogo miracoloso dalla stessa contadinella e portata al Parroco di Pentone che la collocò nella chiesa. Da qui scomparve misteriosamente per riapparire a Termine, dove la stessa Madonna espresse chiaramente il desiderio che il quadro restasse li, alle “Trache” dove sarebbe dovuto sorgere il Santuario. Gli eventi vengono dati con probabilità intorno al 1100. Sui resti di una prima cappella la cui esistenza è accertata nel XVI secolo, fu edificata un Santuario tra il 1750 – 1760 come attestano delle lapidi murarie. Nel 1910 il celebre pittore Garibaldo Gariani onorò il luogo sacro con un suo dipinto; nel 1938 il procuratore Don Salvatore Mazzuca decise di far sorgere al posto del vecchio Santuario uno più ampio e la nicchia con il quadro fu rimossa dall’antico luogo e incastonata nel muro absidale. Nel 1990 Don Erminio Pinciroli, abbellì ulteriormente il luogo e ricostruì in una cappella la scena dell’apparizione.