Il Santuario della Madonna delle Grazie si trova appena fuori le mura del centro storico di Teramo, nei pressi di Porta Madonna e del Parco Ivan Graziani. La chiesa ha pianta è rettangolare con una sola navata e tre cappelle per parte, il soffitto è a volte a crociera, con una cupola semisferica affrescata da Cesare Mariani. Dietro la cappella maggiore c’è l’abside. La facciata principale ha un portico con tre ingressi. La chiesa attuale sorge al posto del monastero benedettino di Sant’Angelo delle Donne che, secondo quanto rivela una lapide scoperta dal Savini, fu costruito con la donazione di un non meglio identificato Teodino nel 1153. Nel XV secolo i teramani, conquistati dalla predicazione di San Giacomo della Marca e dei suoi frati minori Osservanti, chiesero al Papa Eugenio IV che una comunità dei francescani restasse sul posto, speravano così di sedare le aspre lotte intestine che dilaniavano la città. La richiesta fu accolta e il 15 febbraio 1449, i frati entrarono nel monastero e gli cambiarono il nome in Maria Santissima delle Grazie. Le Benedettine, che lo occupavano, si trasferirono in città, dentro le mura. La predicazione, e l’azione pacificatrice, dei religiosi attirò la devozione di un numero crescente di fedeli, tanto che già negli anni 1465 – 1475 fu necessario ingrandire e modificare il vecchio complesso. Si presume che sia il convento che la chiesa furono ricostruiti ex novo, quest’ultima con un diverso orientamento della facciata, e che fu iniziata la costruzione del campanile. A causa di alterne e complesse vicende, tra il 1892 ed il 1900 la chiesa antica in stile romanico fu demolita e ricostruita come oggi la possiamo vedere. Dell’antico tempio rimane solo il campanile ed alcuni capitelli rinascimentali nel chiostro attiguo. Anche il monastero si è salvato quasi integralmente. Sull’altare maggiore vi è la splendida statua in legno policromo, risalente al XV secolo, della Madonna delle Grazie che, coperta da uno splendente manto d’oro, siede con il Bambino disteso in grembo. Essa è un autentico capolavoro dell’arte abruzzese che la critica più recente attribuisce a Sebastiano di Cola da Casentino. Secondo una tradizione fu donata, approssimativamente tra il 1470 ed il 1476, da Fra Giacomo della Marca. La statua è da sempre al centro della devozione popolare, di cui è testimonianza la imponente collezione di oltre 800 preziosi ex voto in lamina d’argento. La ricorrenza si festeggia il 2 luglio. Una copia di questa statua è venerata anche nella Chiesa St. James ubicato a Penns Grove in New Jersey negli Stati Uniti.