Il Santuario si trova a Nettuno, vicino Roma, in una posizione particolare e attraente perché quasi a ridosso sul mare. Gestita dai Padri Passionisti dal 1880, la chiesa, oltre ad accogliere la statua della Madonna delle Grazie, custodisce le spoglie di Santa Maria Goretti. Si narra che nel 1532, al tempo dello scisma da Roma, una statua della Madonna proveniente dall’Inghilterra e diretta in nave a Napoli, fu portata dal mare sulle coste di Nettuno. L’imbarcazione su cui viaggiava le scultura, a causa di una tempesta, stava rischiando il naufragio. Solo le preghiere dei marinai alla Madonna riuscirono a calmare le acque. Alla fine l’equipaggio si salvò e, per riconoscenza, offrì ai nettunensi le statua della Vergine.La Vergine delle Grazie fu dispensatrice di miracoli in occasione delle varie tragedie che si susseguirono nei secoli, proteggendo la popolazione locale da invasioni e carestie. Nel 1950 al santuario viene aggiunto al titolo di Nostra Signora delle Grazie, quello di S. Maria Goretti, una piccola martire uccisa nel 1902 da un ragazzo che voleva abusare di lei. Demolito e ricostruito nel 1914, il Santuario sorge nello stesso luogo in cui prima era situata una primitiva chiesetta dedicata all’Annunziata. Su disegno di Aristide Leonori, il tempio venne realizzato con tre navate, rispecchiando così lo stile romanico-gotico. Il Santuario è costituito da tre portali, formati da battenti in rame a sbalzo; il portale centrale, decorato da figure e simboli, racchiude nella lunetta la Madonna con Bambino e Angeli in bronzo. La statua della Vergine si trova sopra l’altare maggiore. Ai due lati della Vergine sono posti i santi Rocco e Sebastiano. Nella cripta si può notare un altro altare, opera di Arnaldo Brandizzi, che contiene l’urna di Maria Goretti. Il primo monumento in onore della giovane martire, all’interno del Santuario, sorse nel 1904. Alcuni anni dopo, esattamente nel 1929, il corpo vennero riesumato e tumulato nel Tempio. In occasione della Beatificazione, avvenuta nel 1947, i resti furono ricomposti in una statua di cera dallo scultore Volterrani, inseriti in un urna di bronzo e esposti nella nuova cappella a lei dedicata. I vari lavori di restauro effettuati nel corso dei secoli hanno cercato di preservare il Santuario dai danni della salsedine. Il tempio, completato fra il 1960 e il 1970, è la sintesi di stili e periodi storici che partono dal Cinquecento e arrivano sino a oggi.