Nel territorio della Repubblica di San Marino è interessante la visita al santuario e annesso convento di Santa Maria, a Valdragone, situato ai piedi del Monte Titano, in un luogo assai suggestivo. Nella chiesa, che ha un bel portico rinascimentale, ed è stata eretta insieme al convento, si venera una Madonna quattrocentesca di fattura fiamminga racchiusa in un bel polittico del secolo successivo, commissionato alla bottega riminese del Coda, arricchito in seguito da intagli e dorature. La sacra immagine della Madonna, posta fra le sante Barbara e Caterina, è oggetto di devozione attraverso i secoli. La Madonna è detta della pera, per via del fatto che la Vergine offre una pera al Bambin Gesù, e questo è il gesto simbolico dell’amore divino per l’uomo, iconograficamente di origine nord europea, e intorno ad essa ruota la leggenda del miracolo delle rose. Si narra che fino al 1442 a San Marino nelle preghiere non si menzionasse la Madonna e per questo nel territorio non nascevano rose. Un pio padre indicò la causa del fenomeno nella mancata costruzione di un monastero nonostante vi fosse a disposizione un cospicuo lascito. Le predicazioni del buon frate furono ascoltate e si mise mano alla costruzione di un oratorio là dove il drago aveva il suo rifugio, da qui il toponimo della zona. A premio dell’opera il padre regalò alla chiesa un quadro raffigurante la Madonna col Bambino, il gesto suscitò viva emozione e ben presto il culto della Vergine richiamò grandi folle. Pare che questo non sia stato accettato dai Malatesta sempre timorosi di un’insurrezione, perciò fecero rapire il frate per condurlo a Rimini. Nella notte però le pendici del monte si coprirono di roseti tanto da confondere i soldati e quando questi decisero di impiccare il frate l’impresa non riuscì perché le corde si impigliarono nelle spine delle rose. Storia e leggenda si fondono nella testimonianza di una lapide sul piazzale e nella consuetudine vecchia di secoli di celebrare a Giugno un pellegrinaggio a Valdragone portando rose bianche. Il culto della Vergine è stato l’impegno continuo dei Frati dell’Ordine dei Servi di Maria, che portarono a compimento la costruzione della chiesa e del convento. Nel 1692 la chiesa subì notevoli trasformazioni e venne consacrata nel 1710 alla Madonna Addolorata, che da qualche tempo era stata dichiarata patrona dell’Ordine servitano, e a san Filippo Benizi. Attualmente il convento è stato scelto come sede del presidente della Federazione dei Servi di Maria d’Italia e Spagna.