L’origine di questo santuario risalirebbe, secondo la tradizione, a S. Massimo, vescovo di Torino, il quale avrebbe collocato in una cappella preesistente una icona bizantina avuta in dono da S. Eusebio. La storia del santuario si confonde con quella di Torino, seguendone gli alti e bassi, per cui l’icona durante l’alto Medioevo è andata perduta e per due volte, nel 1014 e nel 1104, è stata ritrovata prodigiosamente. Soprattutto nel secolo scorso il santuario della Consolata è stato protagonista della vita religiosa della città, particolarmente per merito di San Giuseppe Cafasso e del Servo di Dio Canonico Allamano, che sono stati per lunghi anni rettori del santuario. L’aspetto esterno attuale è dovuto allo Juvara. L’icona è indubbiamente antica, una Odigitria bizantina, ma notevolmente ritoccata.