Beata Vergine del Soccorso – San Severo

La devozione alla Madonna del Soccorso è legato agli Agostiniani, che a San Severo ebbero un monastero con annessa chiesa di sant’Agostino, attestato dal 1319. Tornati in città nel 1514, dopo un periodo di allontanamento, i monaci vi promossero il culto della Madonna nera, sbocciato a Palermo nel 1306 per l’apparizione miracolosa della Vergine al monaco Nicola La Bruna: secondo la tradizione, la statua sanseverese della Madonna del Soccorso – resa barocca nel 1760 dall’artista Domenico Urbano di Andria – sarebbe giunta dalla Sicilia nel 1564. Quando, nel 1652, il monastero agostiniano venne definitivamente soppresso, la devozione alla Madonna fu tenuta viva dai facoltosi possidenti del posto, che dopo il 1679 si riunirono in confraternita, canonicamente eretta nel 1704 ed elevata ad arciconfraternita nel 1870. Quale protettrice dei campi, la Vergine nera, che nella destra tiene alcune spighe di grano, un ramo d’olivo e un grappolo d’uva, fu invocata ogni qual volta siccità, tempeste e altri pericoli minacciassero le coltivazioni sanseveresi. Il simulacro fu anche testimone degli eccidi seguenti la rivoluzione giacobina del 1799 quando, per volere dei massari, fu portato in processione per la città a fini di persuasione politica. parallelamente alla rapida ascesa del ceto dei possidenti, il culto per la Vergine bruna crebbe notevolmente, e nel 1857 la Madonna fu eletta principale patrona della città e della diocesi. L’8 maggio 1937 la sua statua, che dai primi anni dell’Ottocento è rivestita di ricchi abiti in seta ricamata, fu solennemente incoronata con diademi d’oro tempestati di pietre preziose. Nonostante l’incarnato della Madonna sia bruno, il Bambinello ch’essa reca in braccio è di fisionomia europea: l’originale fu sostituito con uno di colore bianco una prima volta nel 1760 e poi, dopo una rovinosa caduta, nel 1828.