La leggenda narra che nel 1714 un giovane narnese della famiglia dei Fanelli era sceso dalla città ai piedi del monte S. Angelo e stava risalendo per cacciare la selvaggina, quando, inseguendo uno degli animali, si addentrò tra i cespugli, che si erano formati tra i ruderi, dopo il franamento della Flaminia. Ad un certo punto, d’improvviso, notò, illuminata da un raggio di sole, un’immagine sacra molto bella, in fondo ad un antro. Emozionato per la scoperta, risalì in città e narrò il fatto. Si sparse la voce e cominciarono a scendere devoti e curiosi. La cosa suscitò tanto entusiasmo, che si pregò il Vescovo di costruirvi una chiesa. Fu incaricato del progetto l’architetto milanese G. Battista Giovannini, detto il Battistini. La chiesa fu consacrata nel 1728 e diventò un santuario, meta di pellegrinaggi dalla bassa Umbria, dalla Sabine e dal Lazio. La parte centrale del santuario racchiude la grotta della Madonna, un rudere di uno degli archi o contrafforti che sostenevano la Via Flaminia, all’uscita dal Ponte d’Augusto. In essa è custodito l’affresco di Maria con il Bambino, risalente al 1050. Già in quel periodo viandanti e pellegrini di passaggio lungo la via Flaminia avevano l’abitudine di soffermarsi davanti alla grotta, in segno di venerazione e di culto per la Madonna. Nel 1754 l’immagine sacra fu solennemente incoronata.