Beata Vergine del Colle – Lenola

Il Santuario della Madonna del Colle a Lenola, affonda la sua radice storica nella metà del terzo secolo. Lo storico belga De Schepper, narra che gli Apostoli Pietro e Paolo in viaggio verso Roma percorrendo la Via Appia, annunziarono ai pagani la Buona Novella del Vangelo costituendo cosi i primi nuclei di cristiani. Attraverso i secoli successivi, si svilupparono nella zona molteplici comunità di cristiani tanto che nel 250 d.C., quando l’Imperatore Decio ordinò la persecuzione contro di essi, nel territorio di Fondi ne furono uccisi parecchie migliaia. Fu a seguito di quella spietata persecuzione che alcuni di essi si rifugiarono sui monti vicini con lo scopo di poter conservare e diffondere il seme del Vangelo. Uno gruppo di perseguitati trovò riparo sul Colle di Lenola in una caverna celata tra piante e rovi, dove eressero un edicola con l’immagine della Madonna col Bambino. Là pregavano e celebravano i divini misteri della Fede. Alcuni soldati romani, fedeli all’ordine imperiale di far minuziosa ricerca in ogni luogo, scoprirono la piccola caverna dove trovarono i martiri Onorio e Livio insieme ad altri che pregavano; li uccisero tutti lasciandoli insepolti. La notizia dell’eccidio avvenuto sul Colle di Lenola si propagò tra i cristiani rimasti nell’agro fondano, i quali informarono il monaco egiziano San Paterno, che si trovava di passaggio per Roma per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Avutane notizia, egli insieme ad altri cristiani si recò sul Colle, per dare una degna sepoltura ai corpi dei martiri. Terminata l’opera pietosa pose sul sepolcro una rozza pietra, con una scritta incisa in lingua sconosciuta ai pagani: “Qui giace Onorio, Livio ed altri, morti per la Fede nella metà del terzo secolo” Presso il sepolcro piantarono un albero di cipresso, segno di resurrezione. Calate le tenebre, si misero a pregare salmodiando e, presi dalla stanchezza, si addormentarono profondamente. In piena notte furono scossi da un rumore, semisvegli e sgomenti videro la caverna inondata di una forte luce, ma una voce angelica li rincuorò: “Non temete, sperate in Dio, Io sono tra voi per vostro conforto, qui è la mia Immagine”. Svegliati dal sonno videro l’Immagine della Vergine col Bambino, circondata da Angeli che agitavano palme e corone del martirio. L’indomani, confortati da quella visione, pieni di gioia ridiscesero nell’agro fondano dove avrebbero voluto propagare subito ad altri fratelli la gioiosa notizia; ma dovettero desistere perchè era ancora in pieno vigore l’Editto dell’imperatore Decio. A vigilare le tombe gloriose dei martiri restò la Vergine Madre, in attesa di un’alba radiosa segnata da Dio. Molti secoli dopo, il 14 settembre 1602 Gabriele Mattei, giovane di Lenola, con altri coetanei schernì i fedeli che partecipavano alla sacra funzione nella chiesa della Croce in Lenola.  Il gruppo di giovani decise di assassinare un vecchio che li aveva contrastati. In attesa Gabriele prese la chitarra e si sedette alla sommità del colle, provò a suonare ma le corde erano come stonate. Dopo una bestemmia del giovane le rocce si aprirono ed apparve una belva mostruosa. Atterrito il Mattei  cadde in ginocchio e invocò il nome di Maria: la Madonna gli rispose. Il giorno dopo gli abitanti trovarono il giovane in preghiera. La sera Gabriele e i suoi compagni scoprirono tra i fitti rovi la grotta, nascosta per secoli, nella quale avevano subito il martirio i cristiani durante la persecuzione di Decio.  Lì venne edificata una chiesa e si conservò l’affresco della Vergine con il Bambino dipinto nella grotta. La prima pietra venne posta il 7 maggio 1607 e il 10 settembre 1610 il santuario della Madonna del Colle si aprì alla venerazione dei fedeli. Nel 1618 fu ingrandito e nel 1620 fu costruito ed annesso il seminario diocesano. Il riconoscimento giuridico del santuario fu concesso nel 1626 con apposita bolla da papa Urbano VIII che l’anno successivo dichiarò la Madonna del Colle “Patrona Primaria della Terra di Lenola e della diocesi di Fondi”. Nel 1628 intorno al muro sul quale era impressa l’effigie della Madonna con il Bambino fu costruito l’Altare Maggiore, pregiatissimo per la ricchezza dei marmi, alcuni dei quali molti rari. Ormai il santuario poteva considerarsi finito; perciò le autorità civili e religiose decisero di dare particolare solennità alla festa di quell’anno. Furono anche stabiliti tre giorni di fiera di merci e bestiame : 14, 15 e 16 settembre. E’ sicuramente da quella circostanza che la festa della Madonna del Colle viene detta ancora oggi “la fiera”. Per l’occasione, la facciata principale della chiesa fu adornata con festoni di alloro e di mirto e ‘sul cornicione furono inchiodati alcuni rami di cipresso. Quando, a festa conclusa, si provvide a togliere quegli addobbi ci si accorse con grande meraviglia che tre rami di cipresso avevano fatto presa sul cornicione. Sono ormai passati quasi quattro secoli e quei cipressi , tranne uno che fu distrutto da un fulmine, stanno ancora lì: belli e verdi, sfidano ogni tipo di intemperie: pioggia, vento e gelo. Vegetano e fruttificano e, a memoria dei più vecchi, hanno sempre conservato le stesse dimensioni. Si è gridato al miracolo, ma l’Autorità Ecclesiastica prudentemente non si è mai espressa. I devoti della Madonna raccolgono, quasi con religioso rispetto, le bacche di quei cipressi, le polverizzano e ne preparano degli infusi che, in caso di malattie, bevono per invocare la protezione della Madonna del Colle.