Santa Maria del Fonte o Nostra Signora di Caravaggio, sono i titoli dati alla Madonna in seguito alla sua apparizione nelle campagne di Caravaggio in Lombardia.
Nella città di Farroupilha, nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul, si trova il più grande tempio dedicato alla Vergine Maria.
Mons. Danio Bolognini, che fu padre conciliare nel 1962 con l’approvazione della massima autorità della Chiesa, dichiarò che la Madonna della Sacra Fonte (Santa Maria del Fonte) è compatrona della comunità diocesana di Cremona.
Nella prima metà del XV secolo il territorio di Caravaggio visse un periodo di grande divisione politica e sociale. Gli stati di Venezia e Milano si contendevano il controllo di Gera d’Adda, la zona intorno a Caravaggio, e questa lotta andò avanti a lungo.
Fu in questa cornice che lunedì 26 maggio 1432 (secondo fonti storiche attendibili), Giannetta de Vacchi (32 anni), contadina locale, vide davanti a sé Maria, Madre di Dio.
Giannetta era stata picchiata dal marito alcolizzato Francesco Varoli, ex combattente militare e con un cattivo umore.
Durante un momento molto difficile caratterizzato dalla sofferenza , si recò a Mazzolengo. Lì riferisce di aver visto una donna maestosa, regale, che presentandosi come Maria la Madre di Dio, la invitava a non avere paura e le affidò un messaggio:
«Mi è stato concesso di salvare i Cristiani dalle imminenti e meritate punizioni della Giustizia Divina, e di venire ad annunciare la Pace.»
Giannetta chiese alla Madonna cosa dovessero fare i milanesi per ringraziarla di averli salvati dalla guerra, e la Madonna rispose che dovevano digiunare il venerdì, andare in chiesa il sabato pomeriggio e costruire una cappella sul luogo della sorgente .
Si dice che la sorgente stessa abbia un’origine sorprendente e che scorre ancora oggi sotto il santuario.
Giannetta portò quindi il messaggio a vari capi di Milano, tra cui Marco Secco (signore di Caravaggio), Filippo Maria Visconti (duca di Milano) e infine da Giovanni VIII Paleologo, imperatore di Bisanzio.
Durante le sue visite alla sorgente, portava l’acqua della sorgente in anfore che risultarono curative. La gente iniziò a fare pellegrinaggi alla sorgente, anche ai giorni nostri, cercando sollievo nelle sue acque. Anche se la donna è stata ricordata per aver portato la pace nella sua terra d’origine, alla fine è scomparsa nell’anonimato. Anche la sua casa, dove risiedeva a lungo, divenuta meta di numerose visite e pellegrinaggi, venne dimenticata.