A pochi chilometri di distanza dal paese di Terlizzi, in provincia di Bari, sorge il piccolo borgo medievale di Sovereto, strutturato su due vie principali che s’intersecano, all’incrocio delle quali si trova l’arco di ingresso che immette al Santuario. La Chiesa di Santa Maria di Sovereto nasce intorno al 1100. La sua fondazione si fa risalire alla leggenda del ritrovamento di un’icona sacra rappresentante la Vergine con il Bambino. L’immagine sacra è tanto più interessante se si considera il fatto che essa riproduce una Madonna Nera. Sopra la grotta del rilevamento venne edificata la chiesa, ed in sua prossimità i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni edificarono un ospizio per i pellegrini ed un ospedale per i Crociati. La chiesa presenta un’unica navata, al centro della quale, sul pavimento, si apre una presente grata metallica che conduce nella grotta originaria nella quale avvenne il ritrovamento. Al suo interno si conservano alcune tele di buona fattura e, nell’abside centrale, resti di affreschi raffiguranti il Cristo Pantocratico ed alcuni Apostoli. Accanto alla chiesa furono costruiti l’ospedale per l’assistenza ai pellegrini e le comunità religiose dei Frati Gerosolomitani e delle Monache dette di S. Marco. La presenza di questi due ordini ha reso noto il sito come monasterium duplex. La Madonna di Sovereto è la patrona di Terlizzi; la sua ricorrenza cade il 23 aprile, ma la “Festa Maggiore” si tiene nella prima decade di agosto. In questa occasione, l’antica icona, oggi conservata nel Duomo di Terlizzi, viene solennemente ricondotta al Santuario. L’effige viene portata in processione in cima a un carro trionfale alto 20 metri, guidata da cinque timonieri e spinto da sessanta uomini. La caratteristica più interessante ed insolita per questa cerimonia, che suggerisce un retaggio più arcaico e, per certi versi, misterioso, è il fatto che sia il trasferimento iniziale dal Duomo di Terlizzi al Santuario di Sovereto, sia il ritorno finale a Terlizzi, avvengono durante la notte, senza che nessuno se ne accorga. Per i fedeli, semplicemente, l’effigie scompare da un luogo e riappare in un altro.