Madonna della Cornabusa – Sant’ Omobono Terme

Nel 1350, una pia signora nascose in una grotta tra le rocce, una piccola statua lignea raffigurante la Vergine Addolorata col Cristo morto. Anni dopo, la statua fu scoperta per caso da una pastorella sordomuta che riacquistò l’uso della parola e dell’udito. Gli abitanti di Bedulita e Cepino, due paesi vicini, si contesero a lungo la statua miracolosa e, a turno, la trafugarono dalla grotta per portarla nella chiesa del proprio paese. Ma sempre, trascorsa la notte, la statua ritornava nella sua caverna disadorna. Sono queste le origini di uno dei più caratteristici e singolari santuari d’Italia. Al Santuario si arriva, partendo da S. Omobono, seguendo il tracciato di una bella strada, ma c’è ancora chi preferisce raggiungere il Santuario percorrendo un sentiero di montagna, come nei tempi antichi. La zona è molto suggestiva e i pellegrinaggi oggi sono sempre numerosi. La chiesa è stata ricavata in una grotta abbastanza ampia. L’altare maggiore è anteriore al cinquecento; altri due, ai lati, sono stati aggiunti nel Settecento, mentre nella seconda metà dell’Ottocento sono stati costruiti il campanile, le otto cappelle che ricordano il primo miracolo e altri prodigiosi avvenimenti, il vasto piazzale e la sala di ristoro per i pellegrini. Altri lavori sono stati eseguiti recentemente ma il santuario è rimasto quello che era originariamente: è sempre una caverna senza porte e senza finestre, con la volta e le pareti in roccia viva dalle quali gocciola acqua, il tutto chiuso da una grande cancellata. All’interno della grotta l’umidità è particolarmente alta, ma la statua della Madonna è intatta, non corrosa dalla muffa e tanto meno dai tarli. E i suoi colori sono ancora vivissimi.