Bovegno piccolo comune montano lombardo nella provincia di Brescia è abitato da poco più di duemila e trecento persone. Il santuario della Beata Vergine della Misericordia è dedicata alla sua apparizione avvenuta i giorni del 14 o del 15 maggio del 1527 a Maria Amadini, ragazza povera di 22 anni che, non sapendo più cosa fare per mantenere la famiglia, ma soprattutto il fratellino ammalato, aveva deciso di andare a raccogliere legna da portare al fornaio con la speranza di guadagnare qualche moneta e un tozzo di pane. Mentre tagliava la legna alla base dei tronchi, notò per terra delle monete d’argento e ispirata dal Signore decise di raccoglierle e le mostrò a tutto il paese. Un secondo miracolo avvenne otto giorni dopo il ritrovamento delle monete. Maria era sul colle della croce a pregare e sentì una voce che la chiamava. Impaurita, cominciò a correre verso casa, ma la voce si fece più forte e lei si fermò. Era la Beata Vergine che le chiedeva di continuare a pregare ed invitava il paese di Bovegno di fare un digiuno a pane ed acqua per tre sabati consecutivi. La Vergine appariva vestita di bianco, aveva straordinaria bellezza, era circonfusa da grande splendore e lasciava una incredibile fragranza. Con l’autorizzazione dell’ordinario diocesano mons. Paolo Zane, fu iniziata la costruzione di una chiesa affidata all’architetto Agostino Castelli, nel luogo dove Maria aveva posato i suoi santissimi piedi, con i sostanziosi contributi dei devoti e dei volontari che vi si recavano a prestare la loro opera. La presenza di fedeli e di pellegrinaggi continui è provata da una serie di fatti tra i quali la concessione di indulgenze del 1533, l’autorizzazione per la costruzione di un’osteria per far fronte alle esigenze dei pellegrini, la concessione rilasciata l’8 luglio dello stesso anno 1527, per l’uso di un altare portatile per le celebrazioni in attesa della costruzione della chiesa. Le grazie ed i favori della Madonna per i cittadini di Bovegno furono tanti e tutti documentati.