Colpisce in questo testo il protagonismo trinitario, perché siamo di fronte a una testimonianza esemplare dell’agire divino nell’opera della salvezza.
– IL PADRE appare come l’iniziatore della salvezza. Le due proposizioni principali hanno lui come soggetto e per verbo principale l’inviare concernente la missione del Figlio e dello Spirito Santo. Egli è come soggetto dominante collocato anche all’inizio e alla fine dei versetti 4-7 formando una significativa inclusione. Egli è quindi all’inizio e alla fine dell’opera salvifica.
– IL FIGLIO ha anch’egli una posizione di rilievo: il testo è cristologico e il riferimento lui è al centro del discorso tra Padre e Spirito Santo. Egli appare implicitamente nella sua preesistenza divina ed esplicitamente nel suo essere nato da donna. E’ l’inviato del Padre, il Salvatore, il Redentore, Colui che comunica agli uomini la figliolanza divina.
– LO SPIRITO SANTO è colui che completa l’invio del Figlio. E’ lo Spirito che conferisce il carattere e la coscienza di figli con tutta la libertà che ne consegue. Egli dunque istruisce nella consapevolezza beata e nell’esperienza oggettiva di sentirci figli. Egli crea una nuova condizione in Cristo per cui gli uomini, sottratti alla schiavitù della legge e degli elementi mondani, ritornano liberi e diventano figli ed eredi per grazia di Dio.