In Maria la donna si autocomprende come persona

La donna non è oggetto ma persona, realtà questa che precede ogni altra determinazione, compresa la divina maternità e risponde ad un postulato fondamentale dei movimenti femminili. Dio non mette Maria dinanzi al fatto compiuto, ma la tratta con rispetto come persona responsabile e le chiede il libero consenso a diventare la madre del Messia salvatore (Lc 1,29-36). L’Annunciazione è un dialogo in cui Maria esprime la sua libera volontà e dunque la piena partecipazione del suo “io” personale e femminile all’evento dell’incarnazione. Questo significa che con Maria si ha la nascita della “personalità cristiana” e l’avvento della donna autentica. Da questo derivano importanti conseguenze:

– Come persona Maria non è solo paradigma per le donne, ma anche per gli uomini, in quanto è voluta per se stessa, come donna partner nell’inizio della nuova alleanza. In quanto tale ella risponde a nome di tutta l’umanità, è la “rappresentante e l’archetipo” sia degli uomini che delle donne;

– come donna Maria mette a disposizione di Dio il suo essere femminile nella sua predisposizione naturale per la maternità e nelle doti morali che essa comporta: dono di sé, accoglienza e protezione della vita, resistenza al dolore, affettuosa tenerezza. Da parte sua Dio sceglie il modo verginale per l’incarnazione del Verbo: Maria diventa madre ma con l’esclusione dell’elemento maschile;

Con questo modo di agire, che non tiene conto delle discriminazioni esistenti nel mondo antico circa la donna, Dio indica il suo amore di predilezione per la donna, creatura debole ed emarginata e decreta in Maria la fine del dominio dell’uomo sulla donna. Anzi con la concezione verginale decreta la fine del regime patriarcale, perché Gesù non è generato dalla potenza del maschio. Nella nuova alleanza non conterà più essere uomo o donna, ma conta solo la fede.
In Maria la donna contemporanea può comprendere che essere donna vuol dire entrare in dialogo e collaborazione con Dio, come persona che compie il dono di sé per realizzare il piano della salvezza, dono che si esplica, secondo la propria vocazione, nelle forme della verginità, della sponsalità e della maternità.

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