Accanto alle espressioni devote c’è tra i fedeli un altro modo di pregare la Vergine e cioè il linguaggio visivo e gestuale. Quanti cristiani non iniziano la loro giornata volgendo uno sguardo ad un’immagine di Maria, ad una sua icona, quale volto interiore della madre che ciascuno porta nel cuore? L’immagine diventa così via alla preghiera, occasione prossima di un rapporto personalizzato tra l’orante e Maria. Lo sguardo si trasforma in un dialogo silenzioso, in filiale colloquio mediato dalla dolce e attraente figura materna e regale della madre di Cristo, assiso sulle ginocchia di Lei. Alla Vergine si dice tutto senza proferire parole, si esprime la fiducia nella sua benevola protezione, perché comprende ogni desiderio e ogni necessità.
Oltre al linguaggio visivo esiste quello dei gesti. Il popolo sperimenta a volte che pregare nella vita vuol dire anche accendere una candela davanti all’immagine di Maria, fare un inchino, dare un bacio ad un’icona, intraprendere un pellegrinaggio. Così la presenza avvertita di Maria, trasforma la vita del popolo in preghiera, in un rapporto costante con i misteri della fede, in amore per la Chiesa, in volontà di servizio per i fratelli.