I Sommi Pontefici hanno accompagnato lo svolgersi del culto mariano nei vari e complessi mutamenti prodottisi nel tempo, sempre affermando che la dottrina, il culto, la pietà e la devozione verso la Vergine, sono elementi che esprimono e qualificano la genuina venerazione della comunità dei discepoli del Signore. Il loro magistero, in simbiosi con quello dei vari Concili, ha avuto una funzione considerevole:
1. Nell’arginare le insidiose deviazioni dottrinali riguardanti la verginità e la divina maternità;
2. Nel discernere i fondamenti biblici della venerazione della Madre del Signore e nel chiarire progressivamente la vera natura del culto mariano come parte integrante dell’unico culto cristiano, per cui la Vergine non è un contraltare del culto di Dio in Cristo, ma a questo orienta e conduce;
3. Nell’individuare in alcuni testi sacri il senso pieno concernente la persona e la missione della Vergine, garantendone la sicura interpretazione, alla luce dell’autentica tradizione ecclesiale;
4. Nel cogliere nell’insieme dei testi biblici le radici di una divina rivelazione circa l’Immacolata Concezione e l’Assunzione al cielo, a tal punto da proclamarli dogma di fede, trattandosi di verità il cui ultimo fondamento è la S. Scrittura;
5. Nel sottolineare la piena associazione, se pur subordinata e dipendente di Maria con Cristo, in ordine alla salvezza, dall’annunciazione alla mediazione celeste;
6. Nello sviluppare una trattazione ampia e congrua sui rapporti di Maria con la Chiesa.