Tommaso D’Aquino (✞1274)

Tommaso nasce nel 1224 a Roccasecca dai conti d’Aquino e riceve la sua formazione nel monastero benedettino di Montecassino, destinato alla vita monastica perché il più giovane dei figli. Nel 1239 indossa l’abito domenicano e si iscrive allo studio generale di Napoli, per passare nel 1245 a Parigi dove ha per docente Sant’Alberto Magno, che seguirà anche a Colonia nel 1248. Nel 1252 diviene maestro di teologia a Parigi; nel 1259 rientra in Italia e insegna a Anagni, Orvieto, Roma; nel 1269 ritorna ad insegnare a Parigi. Muore il 7 marzo del 1274 nell’abbazia di Fossanova, mentre è in viaggio per recarsi al Concilio di Lione.

DOTTRINA MARIANA

Il pensiero mariano di Tommaso è codificato nella “Summa Teologica” e nella “Summa contra gentes”. La dottrina mariana è profondamente inserita nella cristologia e si sviluppa su basi teologiche molto rigorose. Le sue argomentazioni sono sostenute da testi scritturistici, dall’autorità dei Concili e dei Padri sia orientali che latini.

NUOVA PROSPETTIVA MARIOLOGICA

Nella terza parte della Summa teologica, partendo dalla centralità del Verbo Incarnato, Tommaso colloca la Vergine nella prospettiva del Figlio da lei concepito per opera dello Spirito Santo. Il concepimento di Cristo deve ritenersi un evento così straordinario, per cui Maria ha contratto una relazione particolarissima con la SS. Trinità, relazione che ha coinvolto non soltanto il suo corpo ma tutta la sua personalità e che supera quella di qualsiasi altra creatura con il suo Creatore. La maternità divina è perciò l’origine di ogni grandezza di Maria e il motivo dei privilegi che le sono stati accordati.

SANTIFICAZIONE DELLA VERGINE

Maria non poteva essere immune dal peccato originale, senza essere una impossibile deroga alla redenzione universale di Cristo. Ella perciò non poté essere santificata prima di ricevere il suo corpo, ma lo fu dopo l’infusione dell’anima da parte di Dio. Questa santificazione operata da Dio non significa solo la liberazione dalla colpa, ma anche il dono della grazia che Dio le concesse in pienezza a causa della sua elezione alla maternità divina.

MARIA E LA SALVEZZA

Tommaso non parla di una funzione mediatrice esercitata da Maria in cielo ma descrive la pienezza di grazia ricevuta nella Persona del Verbo, come un dono non a lei esclusivamente destinato, bensì un dono che attraverso di lei viene distribuito a tutti gli uomini che l’accolgono per essere salvati. Questa pienezza di grazia può essere considerata sotto tre aspetti: in relazione alla sua anima, per cui fu concessa per evitare il male ed operare il bene; in relazione al suo corpo, per cui esso è stato reso idoneo a offrire la carne al Figlio di Dio; in relazione alle creature umane, per cui è una pienezza che causa la salvezza del genere umano.