Nasce nei primi anni del XII secolo a Harveng. Diventa discepolo di S. Norberto di Xante fondatore dei Premostratensi e viene mandato a studiare a Parigi. Nel 1130 lascia i Premostratensi ed entra nel monastero di Bonne-Espérance di cui diventa abate. Nel 1149 deve dimettersi per le accuse relative alla vicenda di un monaco accolto da S. Bernardo nel suo Monastero. Il capitolo generale del 1115 riconosce la sua innocenza e lo reintegra nelle sue funzioni Muore l’11 aprile del 1183. É passato alla storia come grande abate e valente scrittore; sotto di lui l’abbazia di Bonne-Espérance divenne un centro importante di cultura. La sua opera più importante è il Commento al Cantico dei Cantici in cui rivela ampia conoscenza della Scrittura e dei Padri e che legge in chiave completamente mariana, seguendo l’esempio di Ruperto di Deutz.
MARIA E IL FIGLIO
Pur non ammettendo il privilegio dell’Immacolata Concezione, Filippo considera Maria una creatura eccezionale e quanto a santità, inferiore soltanto a Cristo. L’intervento speciale santificatore e purificatore di Dio viene collocato da Filippo al momento dell’Incarnazione, così che Ella poté concepire il Figlio di Dio in assoluta santità. Per questo Maria è bella non solo interiormente ma anche corporalmente. Il mistero dell’Incarnazione è paragonato da Filippo all’unione sponsale del Cantico dei Cantici per cui Cristo ha celebrato le nozze nel seno della madre, descritte anche con forte realismo erotico, secondo l’usanza cavalleresca del tempo.
ASSUNZIONE E MEDIAZIONE CELESTE
Filippo difende la verità dell’assunzione al cielo di Maria che viene a trovarsi accanto al Figlio non solo spiritualmente ma anche con il suo corpo. Dal cielo preside la Chiesa, come l’aveva presieduta al momento della Pentecoste in mezzo ai Dodici. Assunta in cielo, Maria continua la sua missione ecclesiale che consiste nell’operare come mediatrice tra gli uomini e il suo Figlio divino. Questo ruolo le compete per la sua superiorità di grazia su tutte le creature celesti e terrestri. Ella è come il collo del corpo mistico in quanto collega Cristo ai fedeli e i fedeli a Cristo.
MARIA NEL CANTICO DEI CANTICI
Filippo presenta il Cantico dei Cantici come un drammatico dialogo in cui il Verbo divino e sua Madre si scambiano i loro sentimenti reciproci accompagnati, il primo, dalle schiere degli angeli, la seconda, da quella dei fedeli e degli apostoli.