TESTIMONIANZE LETTERARIE
Nilo di Ancira († 432): Maria è detta beata presso tutte le nazioni ed in ogni lingua, nel modo intero, ed è celebrata con canti; Antipatro di Bostra (dopo 457): Quale generazione non predica beata Maria?; Gregorio di Nazianzo: racconta come la martire Giustina invocò l’aiuto di Maria, perché solo Lei poteva recare soccorso a una vergine in pericolo. Il documento testimonia che la Vergine era invocata e ci si rivolgeva a lei come modello di castità e protettrice delle vergini; Ambrogio: esorta le vergini ad imitare Maria e a pregarla per ricevere il dono della grazia divina; Gregorio di Nissa: racconta l’intervento della Vergine a favore di Gregorio Taumaturgo per aiutarlo a risolvere tutti i suoi dubbi sulla fede.
TESTIMONIANZE LITURGICHE
Prima dell’introduzione delle feste mariane, l’attenzione alla Vergine scaturisce dalla celebrazione del ciclo cristologico, comprendente Epifania (III secolo in Oriente), Natale (fine del III a Roma), Presentazione del Signore o Ipapante (Gerusalemme IV secolo); l’avvento (metà del IV secolo). All’inizio quella di Maria è una presenza discreta che acquista però sempre più spazio. Quando sorgono le feste mariane? A) A Gerusalemme a partire dal V secolo si celebrava “il giorno della Theotokos” proprio il 15 agosto. La festa avveniva nella chiesa fatta costruire da Eudossia nel Getsemani, ove nel VI secolo si credette di ravvisare il luogo della sepoltura di Maria. Forse dietro la spinta degli apocrifi questa festa andò sempre più assumendo il carattere di ricordo della “dormitio santae Mariae” e cioè della sua assunzione; B) A Costantinopoli nella prima metà del VI secolo si celebrava una festa mariana collegata con la reliquia della veste della Vergine nella chiesa detta di Blacherne. La celebrazione aveva un chiaro collegamento con l’assunzione: si venera il vestito in mancanza del corpo che la terra non era degna di conservare. C) A Gerusalemme sorge anche verso la fine del V secolo la festa della Natività di Maria, in occasione della dedicazione della chiesa costruita vicino alla piscina probativa dove Gesù aveva guarito il paralitico e che si riteneva il luogo dove era nata la Vergine.
RILIEVI SUL CULTO PATRISTICO
Il culto che si sviluppa nei secoli IV – VI si specifica in atteggiamenti di: ammirazione (Efrem); venerazione (Epifanio); preghiera fiduciosa (Severiano); imitazione (Atanasio, Ambrogio, Agostino). Gli elementi primordiali di questo culto si trovano: nella percezione della sacralità della Madre di Dio; nell’esperienza concreta della sua misericordia; nella percezione di Maria come persona viva. I Padri hanno esercitato una funzione critica e di salvaguardia nei confronti del culto mariano.
PERCHÉ RICORRERE A MARIA?
Qual è in breve il pensiero dei Padri su questo? Lo si capisce rispondendo a queste domande: Chi è Maria? É la suprema realizzazione del cammino di ogni creatura, la più perfetta trasfigurazione nel divino, in Cristo. Ella è il supremo modello a cui aspira ogni fedele: essere come lei trasformata in Cristo. E) Perché ricorrere a Maria? Il ricorso a lei stabilisce la comunione con lei e, per lei, con il mistero di Cristo. La preghiera di lode mette il fedele in sintonia col mistero del Verbo, in cui la Vergine è fusa, mediante l’elevazione contemplante dell’anima che ascolta, medita, loda, canta la magnificenza di Dio e delle sue opere; la preghiera di supplica riconosce la debolezza strutturale dell’uomo ed anche la comunione che esiste tra i santi che sono vicini a Cristo e quanti ancora attraversano il tempo in mezzo a pericoli ed affanni. Il vero culto mariano così come fu inteso dai Padri è apertura massima a Dio e ai fratelli, perché in noi e in loro venga generato il Cristo dallo Spirito (Agostino).
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