LA VIRGINITAS ANTE PARTUM
La concezione verginale era già un dato acquisito, proclamato e creduto nella vita liturgica della Chiesa. Epifanio si chiedeva: “quando mai e in quale epoca ha uno osato pronunciare il nome di Maria senza subito aggiungervi, se interrogato, la Vergine?”
LA VIRGINITAS IN PARTU
Il tema della verginità del parto è dibattuto e ancora poco chiaro, anche a motivo degli gnostici che sottolineavano il parto verginale per poter affermare poi l’incarnazione solo apparente di Cristo. Le affermazioni dei padri sono differenti:
Atanasio: parto naturale; Efrem: parto naturale ma senza dolori e lesioni; Cristostomo: parto misterioso; Leone Magno: parto che consacra la verginità e non la diminuisce. Quelli che pensano al parto verginale lo difendono per questi motivi: a) É Dio che nasce; Se l’integrità fosse stata lesa la fede che professa che è Gesù è nato dalla Vergine sarebbe falsa; La generazione di Cristo è unica ed è quella che ha dal Padre; Se è stato concepito verginalmente, doveva nascere verginalmente. Essi vedono perciò uno stretto legame tra concezione e nascita verginale che è perciò un aspetto dello stesso mistero della concezione verginale.
LA VIRGINITAS PERPETUA
Che Maria non abbia avuto rapporti sessuali dopo la nascita di Cristo è professato coralmente dai Padri della Chiesa del IV-VI secolo. Alcune voci di contestazione come quelle di Gioviniano, Bonoso, Elvidio, trovano l’immediata e sicura reazione di Girolamo, Ambrogio ed Agostino. Girolamo dedica a questo problema un’opera intera e diede queste spiegazioni: “moglie”: il termine viene usato dalla scrittura anche per indicare una sposa vergine; “genitori di Gesù”: gli evangelisti lo affermano per difendere la buona fama di Maria, non perché Giuseppe fosse suo vero padre; “prima che andassero a stare insieme”: a volte significa, come in questo caso, quanto prima si aveva intenzione di fare, ma che poi non si verificò; “fino a quando partorì il figlio suo”: l’evangelista vuole indicare che Maria non era stata conosciuta da un uomo prima della nascita perché noi ci rendessimo conto che ella non fu conosciuta neanche dopo; “primogenito”: il titolo biblico spetta a chiunque apra il seno materno, anche se non seguono altri figli. Rispondendo ad Elvidio Gerolamo dice: tu affermi che Maria non è rimasta Vergine, invece io ti dico che anche Giuseppe, dietro l’esempio di Maria, è vissuto vergine, affinché il figlio verginale fosse generato da un matrimonio verginale.
Agostino commenta le parole della vergine: “non conosco uomo” come un proposito di verginità totale al servizio di cristo, tanto che egli propone Maria a modello di tutti colore che si consacrano a Dio nella verginità. Per i Padri, dunque, la perpetua verginità di Maria non è altro che una risultante della sua radicalità nella fede, del suo essersi donata liberamente ma totalmente all’opera e al sevizio del Figlio suo. La verginità di Maria, in tal modo, diventa esemplare per tutta la Chiesa perché esprime appunto la sua incondizionata dedizione a Dio nella fede e non per un aspetto meramente fisico o carnale. Questa concezione della verginità di Maria, che i Padri videro profondamente radicata nella testimonianza biblica, si andò sempre più precisando non per motivi di forte ascetismo contro il matrimonio come facevano i manichei, ma come elemento che completava in maniera totale la dedizione della Madre e la sua partecipazione consapevole all’opera di Gesù.
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