Tra i contenuti dottrinali della Mariologia patristica del III secolo notiamo ancora:
3. Oggetto di notevole attenzione è anche, sotto l’aspetto antropologico, la fisionomia etica e il cammino di fede di Maria: a) Tertulliano afferma, pur con qualche incertezza, che Maria è la nuova Eva, fedele e obbediente; b) Ippolito di Roma presenta Maria come innamorata del Verbo, come la sposa del Cantico dei Cantici e la chiama “beata” e “santa”; c) Origene intuisce che gli eventi divini che solo Maria ebbe il dono di sperimentare, non l’hanno dissociato da noi, ma l’hanno posta a capofila di tutti i cristiani.
4. Comincia ad essere evidenziata in forma sempre più esplicita l’interrelazione Maria – Chiesa: Tertulliano rileva come la Chiesa è sposa di Cristo e paragona la nostra nascita spirituale dalla chiesa vergine e madre a quella di Cristo dal seno di Maria; Clemente Alessandrino intuisce la stretta relazione tra la Vergine e la Chiesa, facendo un confronto basato sulla funzione verginale e materna di entrambe: Cristo, frutto della Vergine, è nostro alimento spirituale. Sulla terra solo la Chiesa è, come Maria, la vergine diventata madre che con amore nutre i suoi figli con il Corpo di Cristo; Origene fa della gestazione di Maria un archetipo della gestazione di Cristo nell’anima del credente: come Cristo crebbe a poco a poco nel grembo di Maria, così egli cresce nell’anima del fedele.
5. Altri aspetti dottrinali mariani appena accennati: a) Lettura al singolare di Gv 1,13: Come Ireneo nel II secolo, anche Tertulliano, Origene e Ippolito leggono al singolare il versetto di Giovanni, che quindi attesta la concezione e il parto verginale; b) Gv 19, 25-27: Origene è il primo autore che cerca di interpretare le parole di Gesù sulla Croce affermando che se il discepolo deve in certo modo perdere la sua identità per diventare Cristo, Maria che ha generato Gesù, può dirsi anche Madre sua.
Possiamo concludere che l’eredità mariologia di Ignazio, Giustino e Ireneo, è stata valorizzata nel III secolo da Ippolito, Clemente e soprattutto Origene. Con questo autore inizia l’approfondimento evangelico della Madre di Gesù come esempio del credente. Ireneo intuisce che la Madre di Gesù non canta solo a motivo della sua vicenda personale: in lei confluisce tutta la gioia del popolo di Dio e si anticipa l’esultanza della Chiesa di Cristo. Come abbiamo visto, con Origene il cantico di Maria entra nell’omiletica cristiana ed è considerato come una profezia ed una testimonianza dello Spirito che riempie l’esistenza della Vergine al momento della concezione di Cristo. I passi che interpreta vengono tutti considerati alla luce spirituale della santità di Maria: essi ne testimoniano la profonda umiltà e il grande progresso nella perfezione.
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