A Mazara fin dal 1515, nella zona in cui attualmente sorge il Santuario della Madonna del Paradiso, esisteva un piccolo convento, denominato “Casa Santa“ e nelle sue vicinanze, una chiesetta dedicata alla Vergine del Rosario per un secolo gestiti a vario titolo dai Padri Domenicani. In seguito, dopo una breve reggenza dei Padri Carmelitani, la chiesa fu chiusa e il piccolo convento divenne sede della Inquisizione della diocesi. Quasi tre secoli dopo, nel 1797, il progetto della chiesa viene ripreso ed ingrandito ad opera del vescovo Orazio De La Torre, palermitano di origine, il quale, in parte a sue spese e in parte col contributo del popolo, trasformò la chiesa aggiungendovi l‘abside e quattro sfondi laterali con relativi altari. La chiesa ha una sola navata coperta da una volta a botte e completata da una cappella maggiore absidata. Sopra l‘altare nella parte alta dell‘abside venne incastonato, all‘interno di una cornice marmorea sorretta da due angeli, il dipinto raffigurante la Madonna, al quale una lunga tradizione attribuisce interventi miracolosi. La chiesa, consacrata ed aperta al pubblico il 06 novembre del 1808, fu proclamata Santuario il 9 luglio del 1978 da sua Ecc. Mons. Costantino Trapani, vescovo della diocesi e fino ai nostri giorni è meta di pellegrini fedeli e devoti della Madonna sia di Mazara del Vallo, ma anche provenienti da ogni parte del mondo. Fin dal 1943 il Santuario della Madonna del Paradiso è custodito dai Missionari Servi dei Poveri, che sono sacerdoti dell‘Opera del Boccone del Povero, fondata a Palermo dal Beato Giacomo Cusmano (1834-1888). Questi nel 1875 ebbe modo di venerare la Regina del Paradiso durante la sua permanenza in questa città e volle che l‘Istituzione del Boccone del Povero fosse sotto la protezione della Gran Madre di Dio, additandoLa come la vera fondatrice dell‘Opera e regola per ogni religioso. L‘importanza di questo santuario è legata ad una serie di eventi miracolosi che la tradizione attribuisce al dipinto su tela raffigurante la Madonna, opera di Sebastiano Conca. La tela presenta una forma ovale e la Beata Vergine è rappresentata a mezzo busto e a grandezza naturale: il volto estatico misto a dolore e gioia, la bocca leggermente aperta, gli occhi rivolti verso l‘alto immersi in una grandezza infinita.